Il
primo editto iconoclasta fu emanato nel 725 d.C. dall’imperatore di
Bisanzio Leone III principalmente per due motivi: l’influenza della
religione musulmana, che condannava la raffigurazione della divinità,
e la preoccupazione per il fanatismo di cui erano oggetto alcune
immagini religiose da parte dei fedeli. Non tutti però accettarono
l’editto, come i papi Gregorio III e Gregorio IV. Quest’ultimo
proclamò nel 731 la legittimità del culto delle immagini,
nonostante le persecuzioni e la distruzione di icone e reliquie. In
ambito artistico l’iconoclastia portò alla distruzione di numerosi
capolavori ma favorì la nascita di opere di argomentazione diversa
da quella religiosa. Nell’ 843 fu abolita dall’imperatrice
Teodofora.
In
Afghanistan.
Il mullah Omar ha emanato un editto iconoclasta, in base al quale il
12 marzo 2002 sono state abbattute
due statue, il Piccolo e il Grande Buddha, dell’epoca preislamica,
nella valle di Bamiyan. L’editto segue una rigida interpretazione
dei precetti islamici che vieta la presenza di qualsiasi forma d’arte
che ricordi il passato preislamico del paese.
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